Il presidente di estrema destra ha condotto una politica anti-indigena “chiara e sistematica” da quando è entrato in carica nel 2019, ha affermato un gruppo.
Un’organizzazione indigena in Brasile ha chiesto alla Corte penale internazionale di indagare sul presidente brasiliano Jair Bolsonaro con l’accusa di “genocidio” e “sterminio ambientale”, accusandolo di perseguitare gli indigeni e distruggere le loro terre d’origine.
La dichiarazione dei popoli indigeni brasiliani (APIB) ha affermato in un caso giudiziario all’Aia lunedì che il presidente di estrema destra ha condotto una “politica anti-indigena chiara, sistematica e intenzionale” dal suo insediamento nel 2019.
“Riteniamo che ci siano azioni in corso in Brasile che costituiscono crimini contro l’umanità, genocidi e massacri ecologici”, ha affermato in una nota il coordinatore legale del gruppo, Eloy Tirena.
“A causa dell’incapacità del sistema giudiziario brasiliano di indagare su questi casi, perseguire i colpevoli e emettere sentenze [crimes]”Lo dobbiamo alla comunità internazionale”, ha detto Terina.
Bolsonaro, 66 anni, ha supervisionato un’ondata di devastazione nella foresta pluviale amazzonica, tagliando i programmi di protezione ambientale e spingendo per aprire riserve indigene e altre terre protette all’agrobusiness e all’estrazione mineraria.
Gli attivisti per i diritti indigeni lo accusano anche di esacerbare la devastazione che il COVID-19 ha provocato nelle loro comunità con la sua posizione contro le politiche di soggiorno a casa.
Secondo l’APIB, le circa 900.000 persone indigene del Brasile sono particolarmente vulnerabili alle malattie esterne, incluso il COVID-19, che ha ucciso almeno 1.166 di loro.
Questa non è la prima volta che i leader indigeni accusano Bolsonaro di attaccare il loro popolo e le loro terre d’origine.
A gennaio, il famoso leader indigeno Ronnie Mitokter ha presentato un caso separato alla Corte penale internazionale chiedendo alla corte di indagare su Bolsonaro per crimini contro l’umanità, affermando che “la distruzione della giungla amazzonica ha accelerato senza azione” sotto il suo governo.
Il procuratore della Corte penale internazionale deve ora decidere se portare avanti i casi.
I dati ufficiali pubblicati venerdì mostrano che la deforestazione nell’Amazzonia brasiliana ha raggiunto livelli quasi record durante l’anno fino a luglio, decimando un’area grande quasi quanto Porto Rico.
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